Buon lavoro presidente Gravina, regala all’Italia un altro miracolo!
Gabriele Gravina al vertice della Figc: perché l'ex numero uno del Castel di Sangro è l'uomo giusto per risollevare il calcio italiano
Con il 97,20% dei voti, Gabriele Gravina è stato eletto Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Nonostante fosse candidato unico, il plebiscito di voti rappresenta un successo impensabile alla vigilia dell’assemblea celebrata a Roma nella giornata di oggi: il dimissionario presidente della Lega Pro è riuscito davvero ad unire intorno al suo nome tutte le componenti del calcio italiano.
Gravina non ha nascosto la propria emozione: la nomina a capo del governo pallonaro rappresenta, come egli stesso ha evidenziato, il coronamento di un percorso professionale ed umano. Del resto, in pochi conoscono il mondo del calcio come lui, che nel calcio ha scritto pagine di storia prima come presidente di società (alla guida del Castel di Sangro dalla Seconda categoria alla serie B in poco più di dieci anni), poi da dirigente federale (capo delegazione dell’Italia Under 21, membro della spedizione azzurra “maggiore” nel mondiale vinto in Germania del 2006, infine Presidente della Lega Pro, nel frattempo sempre consigliere federale) senza mai essere sfiorato dagli scandali.
L’eredità che raccoglie è pesante, e non solo sul piano sportivo (come dimenticare la recente mancata qualificazione ai Mondiali dell’Italia), ma soprattutto sul piano politico: nove mesi di commissariamento hanno risolto ben pochi problemi, anzi forse ne hanno creati ulteriori (si pensi all’intervento del Governo per cercare di regolarizzare l’inizio dei campionati dopo il caos legato ai mancati ripescaggi e alle mancate riammissioni in serie B, torneo che è iniziato a 19 squadre…).
Quello di Gabriele Gravina, personaggio carismatico quanto presentabile, è certamente il nome giusto per ripartire. Non solo perché, come detto, quello del calcio è il “suo” mondo, ma anche perché il Presidente ha il carattere del decisionista che in questo momento serve al calcio italiano per autoriformarsi, respingendo quelle ingerenze esterne che ne hanno caratterizzato l’ultimo anno di infelice e tormentata storia. Il suo mandato durerà due anni, ma tra ventiquattro mesi la bontà del suo lavoro potrebbe premiarlo con un’ulteriore investitura di quattro anni. Non possiamo che augurarglielo: vorrebbe dire che, anche da Presidente federale, sarà riuscito a regalare agli italiani quegli stessi risultati e quelle stesse emozioni che ha regalato ad una comunità vent’anni fa (a proposito, esattamente 20 anni fa cominciava la settimana di Inter – Castel di Sangro, Coppa Italia!).
Buon lavoro Presidente Gravina, stavolta il “miracolo” te lo chiedono 60 milioni di italiani!
Marco Santopaolo
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