“Tu non possiedi la mia vita”, esce il nuovo romanzo ebook di Elena Lombardi
Chi mi conosce bene, lo sa. Per natura e anche per scelta, non cerco mai la strada più semplice, non amo le scorciatoie ne amo confondermi nella mischia: quella fatta solo di vendite, pagine lette e vecchi cliché letterari che funzionano sempre benissimo. I miei romanzi, sono forse rivolti a un determinato pubblico di “nicchia” e per nicchia intendo solo persone con una certa sensibilità.
Credo e di questo ne sono convinta, che anche in un romance, si possa parlare di determinati argomenti, toccare il sociale ed evidenziare l’inchiostro nero che ci circonda. Cerco semplicemente di ascoltarmi e nell’ascolto, anche di se stessi, bisogna essere coraggiosi, folli ma soprattutto onesti.
Volevo scrivere un romanzo incentrato sulla violenza femminile, volevo evidenziare le difficoltà comportamentali ed emozionali della vittima, la sua difficoltà nell’accettarsi, le sue insicurezze, la sua voglia di isolamento e anche la sua rabbia. Questa rabbia in Alessia, mi ha aiutato nella stesura di “Tu non possiedi la mia vita“. Un urlo disperato contro l’ingiustizia che ha subito, una trama che mi ha fatto impazzire e a volte penare, ma che ho scritto come un fiume in piena, evidenziando, spero bene, l’importanza dell’amore. E uso solo la parola amore perché non c’è un altro modo per descriverlo. L’amore che non sottomette, che non comanda, che non uccide, che non alza la mano, che non umilia, che non ferisce e che non denigra l’altro.
Marco, il protagonista maschile di questa storia, impersona tutti questi aspetti, insieme a un maledetto senso di colpa e un segreto che lo logora dentro. Marco è tutto ciò che un uomo dovrebbe essere, ma è anche l’unico responsabile della sua sofferenza. Motivo per cui la protagonista chiede vendetta. Motivo per cui cercherà di incastrarlo in un falso matrimonio, distruggendogli il cuore e anche la carriera. Molti sono gli aspetti che ho voluto mettere in evidenza, anche l’inconsistenza di una pena che a volte si risolve in un paio di anni, quando invece una donna violentata non si riprende né tra un paio di anni né tra dieci.
“La malinconia ricomparve, rammentandole quello che aveva perso e che non poteva più avere – la sua dignità e i suoi sogni infranti – e a distruggere ogni cosa era stato l’uomo di cui si era innamorata, e che ora era in quella stessa casa solo per i suoi capricci. Doveva disintegrare quel sentimento, il prima possibile“.
Come si fa a vivere con il mostro che ci ha distrutto l’esistenza? E se, da vittima, diventassi tu il carnefice? Due vite spezzate, un amore congiunto che lotta per sopravvivere.
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Elena Lombardi
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