Calcio – Italia, repubblica delle banane: la discriminazione territoriale non esiste più!
Adesso è ufficiale: la discriminazione territoriale non esiste più. Negli stadi, non sarà reato l’insulto tra opposte tifoserie sulla base della provenienza geografica. Niente più curve chiuse al coro anti-napoletano, anti-romanista, anti-milanista. La decisione è stata presa nel corso della riunione del primo Consiglio Federale presieduto da Carlo Tavecchio, che anziché riformare la norma l’ha invece cancellata.
Ai padroni del vapore, evidentemente, dava fastidio quei bordero meno opulenti a causa di quel “cattivone” di giudice sportivo che si “permetteva” di chiudere interi settori non appena gli ispettori della Procura federale gli segnalavano quanto accadeva negli stadi di tutta Italia. Cose che continueranno accadere, stavolta impunemente. Bisognerà solo stare attenti ad urlare offese solo all’interno degli stadi.
Un’accortezza dovuta al fatto che se in mezzo alla strada offendo il prossimo con epiteti simili una querela non me la toglie nessuno, e bene che mi va posso cavarmela con una multa salata per aver leso la dignità del prossimo (è la Costituzione a ricordarcelo, mica le carte federali).
Lo stadio si conferma ancora una volta zona franca, ma l’ultima novità riguarda il fatto che zona franca è anche tanto altro.
Ieri, infatti, il Procuratore federale della Figc ha archiviato il fascicolo che aveva aperto sulle dichiarazioni del neopresidente Tavecchio in campagna elettorale, quando l’ex numero uno del calcio dilettantistico si era lamentato di un Opti Opba qualunque che viene a giocare titolare in Italia quando prima mangiava le banane nel suo paese. Per l’ufficio indagini non sono emersi elementi in violazione al codice di giustizia.
Eppure Fifa e Uefa si erano mosse prontamente segnalando lo spiacevole scivolone (su una buccia di banana, oh yes) da parte di Tavecchio, invitato a fare un passo indietro anche da gran parte della classe politica italica. Qualcuno si aspettava quantomeno il deferimento, i sognatori un’inibizione simbolica. Tutti delusi, tutti perplessi: forse davvero siamo diventati la Repubblica delle banane?
Marco Santopaolo
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