Agnone, l’8 dicembre la Ndocciata nella Terra del Fuoco del Vangelo
Come non ricordare il Prefetto Enrico Marinelli scomparso qualche settimana fa nel giorno della Ndocciata. Colui che fu propulsore di quelle duemila Ndocce che sfilarono nel periplo del colonnato del Bernini in quel di San Pietro nel 1996, spettacolo benedetto dal Papa Santo, Giovanni Paolo II, che ringraziò dalla sua finestra Vaticana “la diletta città di Agnone”. Quest’anno, almeno per gli agnonesi, sarà più commuovente veder sfilare le Ndocce.
Mancherà “don Enrico” e magari qualche Cardinale suo amico, od alto esponente del Vaticano, che lo stesso riusciva sempre a portare ad Agnone l’8 dicembre in occasione della più antica processione del fuoco d’Europa. Le Ndocce saranno un migliaio nel giorno dell’Immacolata del 2019. Circa seicento i portatori: soli uomini avvolti nelle cappe, i mantelli neri di lana, con i grandi cappelli ed i foulard di colore diverso a seconda della contrada d’appartenenza, tutto come vuole la tradizione.
Prima dello sciamare del fuoco ecco i partecipanti del mondo contadino; donne e bambini soprattutto con le loro usanze e gli attrezzi per lavorare la terra; i loro costumi, gli animali, i dolci tipici da dare ai presenti. E tutti con un sorriso d’amore. Cinque contrade: Guastra, Capammonde e Capaballe, San Quirico, Sant’Onofrio e Colle Sente. Fra questi anche Beppy Marinelli, presidente della Pro Loco e “papà putativo” della Ndocciata che oltre in San Pietro fu organizzata nel 2004, per celebrare il 600º anniversario della proclamazione di Agnone a “Città Regia” avvenuta il 15 settembre 1404, da parte di re Ladislao di Durazzo. Nel 2006, per il passaggio della torcia olimpica verso i XX Giochi olimpici invernali di Torino, a Campobasso.
Nel 2011 protagonista della manifestazione “Molise Assisi 2011” sul sagrato della Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli. Proprio ad Assisi. Nel settembre 2015, le Ndocce illuminarono l’Esposizione universale di Milano lungo la Darsena del capoluogo lombardo davanti a circa cinquantamila spettatori ed ora, probabilmente, si prepara ad andare nel 2020 in Canada dagli emigrati molisani d’oltreoceano. Quest’anno una colonna sonora diversa caratterizzerà la sfilata. Tanti zampognari provenienti da Scapoli grazie al gemellaggio fra le campane di Agnone e le zampogne del noto centro molisano allieteranno con le loro note la processione del fuoco.
Come sempre tantissime le iniziative di contorno come i “Mercatini della Ndocciata” che verranno allestiti in piazza Unità d’Italia con la loro oggettistica natalizia. Oppure le aree riservate ad ogni gruppo dove si mostra alla gente la costruzione delle Ndocce, si espone il ventaglio con più lumi di ogni contrada e si cucinano sul fuoco ardente le tipiche ferratelle (pizzelle) con il vin brulé. Una giornata da vivere dal mattino e fino al termine con il ‘Falò della Fratellanza’ dove i portatori accatastano le Ndocce a fine sfilata. Anche per chi l’ha già vissuta tornare suscita un’emozione incredibile. Ed Agnone è già pronta a tramutarsi in quella “piccola Betlemme” così come la definì Giovanni Paolo II che battezzò la cittadina come “la Terra del Fuoco del Vangelo“.
Vittorio Labanca
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