‘4 Novembre’, Marcovecchio: “Agnone ha bisogno di uno spirito risorgimentale”
Tanta gente, bambini delle scolaresche alto molisane, autorità, soprattutto militari, piazza Unità d’Italia per la celebrazione del 4 Novembre ad Agnone. Prefetto, Vescovo, Generali e rappresentanti di tutte le Forze Armate del territorio. Ognuno ha voluto sottolineare l’evento ma il sindaco di Agnone, Lorenzo Marcovecchio, nel suo intervento ha voluto dare uno scossone all’apatia dei suoi concittadini e nel contempo delineare la situazione attuale di una Città che vive problematiche di spessore.
“Credetemi – ha sottolineato nel suo dire Marcovecchio – con molta onestà, ritengo che forse, mai come oggi, la Nostra Città avrebbe bisogno di quello spirito risorgimentale, di quella spinta positiva, di quella capacità di “osare sempre”, per permettergli di uscire da quella “spirale Mentale” negativa nella quale si è finiti. Non lo neghiamo e non pensiamo di nasconderci dietro un titolo di giornale o dietro un finanziamento (più o meno cospicuo) ricevuto. Agnone affronta problematiche quotidiane che non aveva 30 anni fa.
Con certezza, però, possiamo dire che Agnone si trova a vivere ed ad affrontare la stessa situazione di altri centinaia di Comuni italiani posti nelle aree interne della Nostra Nazione che soffrono (e non da oggi) di un calo demografico e di uno spopolamento“. Ma quella del sindaco non è una visione pessimistica sul futuro del suo Paese natio.
“Agnone – ha continuato – ha tutte le carte in regola per tornare a volare in alto per uscire da questo torpore, per ritornare ad essere quel centro attrattivo da un punto di vista commerciale, storico e culturale. Non manca assolutamente nulla se non la presa di coscienza da parte della cittadinanza. Siamo come brace viva sepolta sotto uno strato di cenere.
Dobbiamo tornare tutti insieme a soffiare non solo per far riemergere il fuoco ma per far si che la fiamma torni ad ardere. Schieriamoci a difesa dei nostri territori così come il Piave nelle battaglie del 1918. Rifuggiamo insieme il nemico, così come fecero i soldati sul Monte Grappa. Così torneremo ad esser Comunità. E’ questo il pensiero che mi sento di rivolgere oggi in questa giornata nella quale celebriamo i nostri angeli “in divisa” i quali – ha concluso il primo cittadino – sotto le più disparate insegne (anche del volontariato), non hanno mai perso e non perdono lo spirito di sacrificio e quel senso del dovere giurato a gran voce al cospetto della Repubblica Italiana“.
La cerimonia è poi proseguita con lo scoprimento della targa che ha intitolato al Carabiniere agnonese Liberantonio Totaro, scomparso nelle foibe del 1945, la gradinata congiungente piazza Unità d’Italia con via Gualterio.
Vittorio Labanca
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