Nemo Propheta in patria, la cacciata di Gesù dalla sinagoga
Gesù a Nazaret: il rifiuto del Profeta nella sua patria
Nella liturgia odierna, il Vangelo secondo Luca ci presenta un episodio emblematico della vita di Gesù: il rifiuto da parte dei suoi concittadini a Nazaret, «dove era cresciuto». Questo brano, ricco di significato, ci ricorda che anche noi, spesso, riserviamo a Gesù lo stesso trattamento, rifiutando il suo insegnamento quando non collima con i nostri desideri o aspettative.
Gesù, il Profeta rifiutato
Continua ad essere di bruciante attualità l’amara constatazione di Gesù: «Nemo propheta in patria» (Nessun profeta è bene accetto nella sua patria): queste parole di Gesù risuonano ancora oggi nell’uso comune. A Nazaret, i suoi concittadini, pur riconoscendo la saggezza delle sue parole, non accettano che il figlio di Giuseppe possa essere il Messia. Lo sdegno li porta addirittura a cercare di ucciderlo, spingendolo verso un precipizio. Ma Gesù, con calma e determinazione, «passando in mezzo a loro, si mise in cammino».
La missione di Gesù e la nostra conversione
La missione di Gesù è chiara: portare la Buona Novella e chiamare alla conversione. Tuttavia, il suo messaggio spesso richiede un cambio radicale di vita, un abbandono delle nostre sicurezze e delle nostre strategie. Come i cittadini di Nazaret, anche noi possiamo sentirci minacciati dalla sua parola, che ci chiede di abbracciare una logica diversa, quella dell’amore e del servizio.
L’amore come via del profeta
Nella seconda lettura, San Paolo, nella Prima Lettera ai Corinzi, ci indica la strada per essere profeti autentici: quella dell’amore. Senza carità, ogni dono e ogni opera sono vani. Come ricorda Santa Teresa di Gesù Bambino: «Nel cuore della Chiesa che è mia madre, io sarò l’amore».
Le parole di Gesù nella sinagoga
«Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato»: con queste parole, Gesù annuncia l’adempimento delle profezie e l’inizio della sua missione. Tuttavia, i suoi concittadini, invece di accogliere il messaggio, lo rifiutano, citando il proverbio: «Medico, cura te stesso». Gesù risponde ricordando loro che i profeti, come Elia ed Eliseo, furono inviati non ai loro, ma ai pagani, sottolineando così l’universalità della salvezza.
Il messaggio per noi oggi
Questo episodio ci invita a riflettere sul nostro rapporto con Gesù. Quante volte, come i cittadini di Nazaret, rifiutiamo la sua parola perché ci chiede di cambiare? Quante volte preferiamo le nostre sicurezze alla sfida della fede? Gesù ci chiama a essere profeti nel nostro tempo, testimoniando l’amore e la misericordia di Dio, anche quando questo significa andare controcorrente.
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