Sicurezza – Il terrorismo viaggia anche sulla rete: come difendersi?

Molte sono le cose che anni fa erano ritenute pura fantascienza. Oggi, ed in questo caso bisogna dire purtroppo, sono realtà quotidiana e i fatti ci stanno facendo capire che non tutti ancora vogliono renderserne conto.
A novembre dello scorso anno il sito della Regione Abruzzo è stato attaccato e bucato da un gruppo hacker del Cyber Califfato. La pagina che è stata modificata riportava delle frasi minacciose rivolte all’Italia. Per ora è superfluo soffermarsi sulla tecnica che hanno usato e del perchè ci sono riusciti. Il punto su cui riflettere è un altro. Il terrorismo recluta risorse umane non solo per combattere “a terra” ma recluta hacker e gruppi di hacker per la guerra Cyber, per spionaggio, controspionaggio e truffe per reperire denaro e perseguire scopi terroristici.
La questione del sito della Regione Abruzzo probabilmente è stata solo una “ragazzata” di qualche gruppetto italiano che voleva mostrare le sue capacità ma è la prova dell’incontro tra terrorismo e guerra-cyber. Ovviamente questo non può non avere risvolti su quella che è la sicurezza informatica.
Dopo i principali attacchi terrostici si è scoperto che gli stessi terroristi avevano comunicato sulle chat della Playstation4 totalmente al riparo da occhi indiscreti. Non solo quelle chat permettevano lo scambio di testo e audio ma file immagini per la condivisione di schemi per costruire ordigni.
L’ISIS sta usando molti mezzi informatici per scambiarsi informazioni, anche sofisticati, e la democratica Internet offre a loro gli stessi mezzi che molte delle istituzioni hanno a disposizione per combatterli. Le istituzioni possono, dovrebbero e molte volte sperano che gruppi di hacker come Anonymous diano una mano nel combattere crimini di questo genere. Senza dilungarci troppo sulla storia di Anonymous, è curioso sapere come dopo i fatti di Parigi Anonymous Italia ha e sta avendo un ruolo fondamentale nella lotta all’ISIS sul lato Cyber. Gli Italiani hanno infatti avviato l’operazione Parigi a cui si sta accodando tutto il mondo. Noi Italiani abbiamo delle speciali caratteristiche anche in questo senso.
Questa riflessione per dire che nelle potenzialità di Internet, confluiscono molte delle componenti della nostra vita reale. Molte di quelle componenti erano ritenute fantascienza, ora sono una realtà calata in un mondo virtuale che fa da catalizzatore alla macchina dei crimini reali. Un amministratore di un sito web, di una rete wi-fi, un account twitter o facebook con una password facile, un telefono perso senza pin e tanti altri scenari possono essere delle banalità ma occasione per un criminale di nascondersi dietro queste “sviste” mentre svolge il suo lavoro. Non avere una buona protezione sul PC e favorire l’ingresso di virus e Trojan-Horse potrebbe non significare nulla ma potrebbe invece voler dire che senza saperlo si fa parte di una rete sotto controllo criminale pronta a scagliare attacchi verso target istituzionali e non.
E questo è quello che sta succedendo.
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