Agnone, Università delle generazioni: “Tra qualche anno si rischia di non avere neanche una tipografia”
Le cronache giornalistiche e la storiografia ci dicono che Agnone del Molise sia diventata (già quasi un secolo e mezzo fa) la celebrata “Atene del Sannio” soprattutto grazie alle sue tipografie, come attesta e documenta pure il libro scritto da Lina Casimiro, da Cinzia Dardone e dall’indimenticato e compianto Giorgio Palmieri (grande amico di questa città), intitolato proprio “Agnone tra le pagine – Tipografie e libri dal 1876 al 1945” ovvero una ricca ed importante storia imprenditoriale e socio-culturale quale pochi centri di eguale spessore possono vantare.
Al momento l’alto Molise può contare su due tipografie “leggere” (nel senso che si limitano all’essenziale, poiché, per lavori più impegnativi, sono costrette a ricorrere alle litografie regionali più attrezzate). I due distinti e sessantacinquenni titolari Francesco Bocchetti e Antonio Litterio (entrambi nati in altri paesi molisani nel 1954) non hanno apprendisti-eredi e non sono lontani dall’andare in pensione. Pure per questo Agnone rischia in futuro di non avere nemmeno un artigiano che garantisca l’attività tipografica per il fabbisogno locale ed anche comprensoriale interregionale (includendo i paesi del vicino alto vastese).
L’Università delle Generazioni intende perciò segnalare tale rischio di ulteriore impoverimento del tessuto economico-sociale che aggreverebbe ancora di più lo spopolamento e lo svilimento di Agnone e dintorni. Necessita, quindi, che qualche giovane volenteroso possa continuare la ormai ultrasecolare tradizione tipografica locale. Oppure, con l’aiuto di fondi europei, nazionali e regionali, sarà doveroso costituire una Cooperativa, una Srl o una SpA che realizzi una struttura al passo con i tempi e le tecnologie.
La letteratura industriale italiana ci dice che le tipografie possono stare benissimo in montagna in quanto i loro prodotti possono non essere di urgenza quotidiana come il latte ed il pane… anche se, è bene evidenziare, ormai sono proprio i produttori di latte, latticini, pane e quanto altro che da queste montagne consegnano ogni giorno prodotti deperibili pure nelle regioni limitrofe.
L’Università delle Generazioni si chiede se i politici e gli amministratori territoriali prenderanno a cuore la continuità tipografica di Agnone oppure lasceranno cadere anche questa attività produttiva che, tra tanto altro, ha pure notevoli ed utilissimi risvolti socio-culturali. Il futuro prossimo o remoto ci darà comunque una evidente risposta, positiva o negativa che sia. Tuttavia Agnone deve stare attenta poiché, perdendo sempre di più importanti pezzi storici e necessari alla vita collettiva, rischia tra non molto di diventare persino insignificante addirittura come Comunità di pregio quale è sempre stata nel corso dei secoli.
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