‘Emozioni in volo’, mostra fotografica di Giorgio Paglione: inaugurazione 12 agosto
La prima regola per comprendere e conoscere in modo nuovo luoghi, persone e situazioni è sicuramente quello di guardarle in modo diverso. Guardare diversamente significa aprirsi a prospettive inaspettate, riconsiderare aspetti dei paesaggi che non si erano sin qui potuti apprezzare, rinnovare attraverso il patto tra lo sguardo di chi fotografa e quello di guarda un’immagine.
Un giovane fotografo, il suo amato paese, un drone…. E’ una carrellata di prospettive su un paesaggio ridondante e di un territorio variegato visti attraverso una prospettiva inedita. Questo il segreto dello slancio emotivo ispirato dalle immagini in volo di Capracotta realizzate da Giorgio Paglione.
Il nostro sguardo è condizionato da molti elementi: il modo di guardare i luoghi cui ci hanno abituato i racconti e gli insegnamenti di genitori e nonni, le strade e i territori battuti sin dalla più tenera infanzia, gli orizzonti che abbiamo guardato da sempre. In seguito sono le nostre conoscenze, le predilezioni artistiche, l’interesse per questo o quell’aspetto degli insediamenti e degli habitat che ci abituano a guardare un territorio e a leggerlo.
Guardare dall’alto, come in questo caso, ci permette di apprezzare aspetti, strutture, rapporti tra l’ambiente e il costruito, tra il paesaggio naturale e quello culturale che altrimenti ci sarebbero sfuggiti, eppure ci fa anche notare come ogni spaccato del territorio sia il condensato di saperi e pratiche che hanno agito secolarmente sulle campagne, sulle aree a pascolo, sui boschi, sul nucleo urbano.
E’ una Capracotta inedita, per molti versi inaspettata e a tratti un po’ magica quella che ne emerge: un luogo di osservazione e di affezione per chi l’ha così pazientemente e creativamente guardata e rappresentata attraverso l’arte nuova della fotografia aerea e lo stimolante intrecciarsi di nuove tecnologia e passione per le immagini.
Ci sono la notte, le messi, i campanili, il bosco, la neve e una moltitudine di momenti e dettagli che meritano tutti di essere osservati con attenzione e assaporati come l’occasione nuova di guardare altrimenti e apprezzare, per questo, una volta di più, la bellezza straordinaria di questi territori e del Molise.”
Letizia Bindi
(Antropologa – Direttrice del Centro BIOCULT, Università degli Studi del Molise)
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