Aree interne: qualcuno pone il problema della interregionalità?

Qualcuno si sta occupando della possibilità di superare l’asfittico confine tra le due regioni, Abruzzo e Molise per attivare un processo di integrazione tra i progetti prototipo di cui alla strategia nazionale delle aree interne?
La Regione Abruzzo, nell’ambito della Programmazione 2014-20120, ha individuato l’area interna Basso Sangro-Trigno quale possibile candidata per la Strategia nazionale per le Aree interne.
Questi i Comuni interessati: Borrello, Carunchio, Castelguidone, Castiglione Messer Marino, Celenza sul Trigno, Civitaluparella, Colledimacine, Colledimezzo, Fraine, Fallo, Gamberale, Gessopalena, Lama dei Peligni, Lettopalena, Montazzoli, Montebello sul Sangro, Monteferrante, Montelapiano, Montenerodomo, Palena, Palmoli, Pennadomo, Pietraferrazzana, Pizzoferrato, Quadri, Roccaspinalveti, Roio del Sangro, Rosello, San Giovanni Lipioni, Schiavi di Abruzzo, Taranta Peligna, Torrebruna, Torricella Peligna, Villasantamaria.
E queste le tematiche: Sviluppo locale (Tutela del territorio; Risorse naturali, culturali e ambientali; Sistemi Agro-alimentari; Saper fare e artigianato). Servizi (Scuola; Salute; Trasporti, Associazionismo dei Comuni)
Da parte sua, La Regione Molise, sempre nell’ambito della Programmazione 2014-20120, ha individuato l’area interna Alto Medio Sannio quale possibile candidata per la Strategia nazionale per le Aree interne.
I Comuni interessati sono quelli della Diocesi di Trivento che assommano a quelli abruzzesi più sopra riportati, salva alcuni, quelli molisani di Agnone, Bagnoli del Trigno, Belmonte del Sannio, Capracotta, Carovilli, Castel del Giudice, Castelverrino, Chiauci, Civitanova del Sannio, Forlì del Sannio, Pescolanciano, Pescopennataro, Pietrabbondante, Poggio Sannita, Rionero Sannitico, Roccasicura, San Pietro Avellana, S. Angelo del Pesco, Vastogirardi.
E le tematiche non divergono molto da quelle del progetto abruzzese.
Al di là delle norme restrittive che impongono una trattazione regionale di detti progetti, perché non si tenta la strada di un coordinamento tra i due progetti, abbattendo anche solo formalmente, con procedure idonee, quel maledetto confine regionale che penalizza i progetti stessi?
Perché Castel di Sangro, seppur esternamente ai progetti, non interviene su questi aspetti che sarebbero fondamentali per un suo ritorno a punto fondamentale dell’Altosannio?
Perché questa problematica non viene portata all’attenzione del tavolo aperto dai due Governatori, D’Alfonso e Frattura, per gli aspetti interregionali?
Se non erro, il 25 ottobre, i Governatori dovrebbero incontrarsi. Non Sarebbe serio se parlassero solo di autostrada adriatica o di ferrovia adriatica, lasciando, ancora una volta, le aree interne senza una bussola o senza una attenzione.
Enzo C. Delli Quadri
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