Cedesi attività: dopo mezzo secolo Rocci esce dalla piazza. Incredulità in paese: ” E’ stato l’icona di Olivetti in Abruzzo”
Piergiorgio Rocci, attuale proprietario dello storico negozio ereditato dal padre Rodrigo, per oltre mezzo secolo punto di riferimento per quanto concerne la commercializzazione di articoli per ufficio, ha deciso di lasciare il timone della sua ditta. L’azienda nata nel 1961, da una scommessa di Rodrigo Rocci, nel frattempo passato dalla rappresentanza di caffè e generi alimentari alla vendita delle prime macchine da scrivere.
Non vorremo ci si accusasse di agiografia, ma dopo averlo conosciuto personalmente è stato spontaneo avere un atteggiamento di stima e affetto verso quest’ uomo di indiscussa levatura morale. Il nostro amico Rodrigo, autodidatta con una cultura generale in grado di saper rispondere a interlocutori di qualsiasi livello, formatosi professionalmente, dopo varie esperienze da venditore, nella celebre scuola di Adriano Olivetti negli anni di massimo splendore con la sua attività è riuscito a coprire un’area di oltre sessanta chilometri. Facilmente lo si poteva incontrare in uno degli oltre quaranta comuni che serviva regolarmente, viaggiando da Scanno all’Alto Molise e passando per la Valle Peligna e attraverso i Comuni del Parco Nazionale d’Abruzzo per arredare gli uffici degli enti locali e dei privati, oltre a vendere macchine e attrezzature ai professionisti della zona. Non solo vendita, Rodrigo è stato artefice della prima automazione degli uffici dell’area sangrina, in molti hanno associato il suo nome a quello della gloriosa casa di Ivrea: Olivetti.
Purtroppo con il tempo l’azienda di Castel di Sangro, passata nel frattempo nelle mani del figlio Piergiorgio, proveniente da studi umanistici e meno portato per il commercio rispetto al fondatore, a causa di mutazioni nel settore con l’apertura di nuovi negozi e sviluppo di vendite on line ha perso la valenza originaria, risentendo della concorrenza e della crisi.
Nonostante le peripezie alle quali è costretta dall’attuale situazione economica generale la ditta non ha mai sofferto di morosità, tantomeno a fine anno chiude per fallimento. Da amico voglio condividere il dispiacere del titolare che si va separando dalla sua attività, la stessa che dai primi anni sessanta ha rappresentato per la sua famiglia una valida fonte di sostentamento.
Piergiorgio, perchè chiudere un’attività storica che certamente non subisce in modo determinante il momento di crisi?
“Non me la sento più di continuare a fare il commerciante in un settore altamente specializzato che richiede molte competenze (assistenza tecnica) e continui investimenti (approvvigionamenti) e pertanto ha deciso di tornare alla mia vecchia passione – ho già una laurea in sociologia – (conseguita con successo oltre venti anni fa presso la Sapienza di Roma) e quindi, perfezionando e integrando il percorso formativo vorrei ricollocarmi sotto altre vesti sul mercato del lavoro. In ogni caso spero che qualche “giovane di buone speranze” e con tanta voglia di lavorare si facesse avanti per rilevare l’attività che rappresenta quasi un’istituzione per il nostro territorio”.
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