Castel di Sangro: Museo Aufidenate sotto attacco, eliminata la pagina FB per tre volte in maniera illecita da un ex amministratore
Il mondo digitale sangrino ha dovuto far fronte ad un problema concernente la comunicazione istituzionale e culturale del Museo Civico Aufidenate, una gemma culturale abruzzese di proprietà del Comune di Castel di Sangro.
Dalle prime indagini sembrerebbe emergere questo probabile scenario: un ex amministratore con funzioni di supporto alla precedente direzione Museale, con l’intenzione di cagionare un danno d’immagine di proporzioni consistenti, avrebbe disattivato la pagina istituzionale del Museo per ben tre volte in due giorni.
Secondo le prime indagini, l’ex collaboratore pare abbia sfruttato il proprio ruolo rimasto attivo sulla pagina Facebook, in quanto rigettante della richiesta di rimozione dal ruolo di amministratore, per accedere in modo illecito alla pagina di proprietà dell’Amministrazione Comunale, provvedendo, contestualmente, alla completa disattivazione della stessa.
L’azione non ha soltanto causato l’immediata interruzione della comunicazione istituzionale e culturale ma ha rappresentato altresì un grave danno alla reputazione della struttura. Nondimeno, il fatto che il Museo sia interamente di proprietà collettiva, rende questo atto un oltraggio nei confronti sia della cittadinanza di Castel di Sangro che dell’intera Nazione.
La vicenda, visto il ripetersi dell’accaduto, ha suscitato grande preoccupazione all’interno della comunità poiché il Museo Aufidenate è considerato un punto di riferimento per l’arte e la cultura della regione. Detentore di una collezione di opere di inestimabile valore storico e artistico, il Museo, la cui pagina vanta più di 1400 followers, ha sempre contato sulla risonanza mediatica e culturale della propria bacheca al fine di mantenere un legame diretto con il pubblico, promuovere eventi e diffondere informazioni relative alle attività culturali.
L’indagine, tuttora in corso, cerca di stabilire le potenziali responsabilità ma soprattutto le motivazioni dell’accaduto. Di certo il folle gesto, probabilmente scaturito da una sorta di recriminazione del sedicente amministratore, ha tutto il sapore di uno squilibrio comportamentale dell’attore, mosso da ostilità e rancore verso i recenti successi delle serate d’intrattenimento.
Nel frattempo il Comune di Castel di Sangro, che proprio in questi giorni aveva avviato la riprogettazione grafica e tecnica del nuovo portale del Museo Civico, ha provveduto, in collaborazione con la Direzione del Museo, a ripristinare la suddetta pagina Facebook provvedendo, contestualmente, ad attenuare il grave danno all’onorabilità subita.
Il recente avvenimento altosangrino mette in luce la crescente importanza dei reati informatici nel mondo moderno e la conseguente necessità di applicare leggi e regolamentazioni adeguate. In un’epoca in cui le piattaforme digitali rappresentano un ruolo centrale per quanto riguarda la comunicazione e la promozione, è fondamentale provvedere alla protezione sia degli assets culturali che del patrimonio pubblico.
Il Museo Aufidenate, infatti, si è incolpevolmente ritrovato al centro di una vicenda che va ben oltre gli indirizzi dei canoni del mondo dell’arte e della cultura. Le indagini in corso, cui seguiranno le ovvie reazioni di diritto, danno modo di interrogarsi su un aspetto assai importante della società moderna: dov’è finita la cosiddetta etica digitale?
Il Direttore, analizzata la situazione con la collaborazione del Comune di Castel di Sangro, ha rilevato che detto avvenimento riporta gli estremi del reato di cui all’articolo 615-ter del Codice Penale (Accesso abusivo a Sistema Informatico).
L’azione dell’ex amministratore potrebbe essere infatti considerata una violazione del caso di specie. In particolar modo, considerato che il Museo Aufidenate è di proprietà del Comune di Castel di Sangro, la disattivazione di una pagina pubblica senza alcuna autorizzazione preventiva costituisce reato di danneggiamento informatico ai sensi dell’articolo 635-bis della stessa norma.
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