Castel di Sangro, in arrivo unità medica al Pronto Soccorso
Sarà risolto in tempi molto brevi il disagio procurato dalla carenza di personale medico al Pronto Soccorso dell’ospedale di Castel di Sangro. A prometterlo al sindaco Angelo Caruso è stato il direttore generale dell’Asl 1 Rinaldo Tordera, a seguito della nota ricevuta dal primo cittadino in cui lamentava la “precarietà dell’organico medico, costituito da sole tre unità, le quali conseguentemente sono costrette ad svolgere una turnazione eccessivamente sacrificata e comunque fuori dagli standard di servizio”. Una situazione – scriveva Caruso – intollerabile, che basa il suo ruolo fondamentale sulla risposta alle emergenze-urgenze, peraltro particolarmente accentuate in questo periodo della stagione sciistica”.
La denuncia sulla situazione sanitaria ha convinto Tordera a convocare un incontro urgente – mercoledì scorso – con il sindaco e il direttore sanitario, Maria Teresa Colizza, volto a fronteggiare l’emergenza. Da qui la decisione d’individuare la piena disponibilità della dottoressa Maura Colella, specializzata in pronto soccorso, la quale dopo aver firmato il contratto d’assunzione con la ASL1 dovrebbe essere assegnata al nosocomio di Sulmona. Tale provvedimento consentirà alla dottoressa De Vito – attualmente in servizio all’ospedale peligno – di esaudire il desiderio, espresso attraverso istanza, di poter essere trasferita al Pronto Soccorso di Castel di Sangro.
Tuttavia Caruso non si ritiene ancora del tutto soddisfatto e a Tordera ha richiesto anche un’assistenza cardiologica h24 e una professionalità pediatrica diurna, “onde poter soddisfare un livello minimo di assistenza medica sempre in termini emergenziali e di poter istituire una postazione di rianimazione, all’interno degli spazi già precedentemente impegnati per la sala all’uopo destinata, senza ricorrere ad ulteriori assegnazioni di personale, ma solo razionalizzando le risorse umane presenti nella struttura”. Tutto questo, precisa il Sindaco,”determinerebbe una condizione di vantaggio economico per l’Azienda, senza che ciò implichi un incremento del costo di produzione, con una ridotta degenza e riferita ad un bacino d’utenza extraregionale”.
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